IO CAPITANO
Durata: 101 min
Genere: Avventura, Dramma
Lingua: VO/ital.
Età 16 anni
Regia: Matteo Garrone
Con: Seydou Sarr, Moustapha Fall, Bamar Kane, Didier Njikam, Ibrahima Gueye
Critica Quindici anni ci separano da GOMORRA, tratto dal libro dall'enorme successo di Roberto Saviano. Già allora un film che ci faceva scrivere di quanto, per Matteo Garrone, non fossero tanto a contare i destini individuali, Quanto, quelli sociali, antropologici. Un po’ alla maniera di un'opera fondamentale come PAISA’: dove era il quadro d’assieme a costruire il discorso; una impostazione che finiva per farsi largo. La qualità di uno sguardo, dove l'assenza di un vero e proprio intervento drammaturgico minacciava per un attimo di disperdere il tutto. Ma che finiva finalmente per significarsi nella realtà. Accanto ad alcuni preziosi tentativi di evadere nell'astrazione, IO CAPITANO conferma quell'adesione al reale, pure nell'illustrazione di una sorta di fiaba tragica collettiva che, nolenti o volenti, ci concerne tutti.() Percorrendo le due ore di una visione fortunatamente più africana che occidentale, l'immensità di quel cammino è poi racchiusa nella figura splendida e autentica di Seydou Sarr ad invadere lo schermo. Raramente come alla recente Mostra di Venezia un premio all'Interpretazione come il suo è riuscito a giustificare l'autenticità di un discorso.
101 min
Genere: Avventura, Dramma
Lingua: VO/ital.
Età 16 anni
Regia: Matteo Garrone
Con: Seydou Sarr, Moustapha Fall, Bamar Kane, Didier Njikam, Ibrahima Gueye
Critica Quindici anni ci separano da GOMORRA, tratto dal libro dall'enorme successo di Roberto Saviano. Già allora un film che ci faceva scrivere di quanto, per Matteo Garrone, non fossero tanto a contare i destini individuali, Quanto, quelli sociali, antropologici. Un po’ alla maniera di un'opera fondamentale come PAISA’: dove era il quadro d’assieme a costruire il discorso; una impostazione che finiva per farsi largo. La qualità di uno sguardo, dove l'assenza di un vero e proprio intervento drammaturgico minacciava per un attimo di disperdere il tutto. Ma che finiva finalmente per significarsi nella realtà. Accanto ad alcuni preziosi tentativi di evadere nell'astrazione, IO CAPITANO conferma quell'adesione al reale, pure nell'illustrazione di una sorta di fiaba tragica collettiva che, nolenti o volenti, ci concerne tutti.() Percorrendo le due ore di una visione fortunatamente più africana che occidentale, l'immensità di quel cammino è poi racchiusa nella figura splendida e autentica di Seydou Sarr ad invadere lo schermo. Raramente come alla recente Mostra di Venezia un premio all'Interpretazione come il suo è riuscito a giustificare l'autenticità di un discorso.